
56.3_ Restauri da ricordare: La Deposizione e la famiglia Fluoline
Fluoline HY, un fissativo poco conosciuto, ma che si è rivelato molto utile per il suo basso impatto cromatico e la facilità di rimozione, è stato oggetto di una recente ricerca, nel corso della tesi di Giulia Nanfa per il Corso di Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali, dal titolo “Il restauro della Deposizione di Giovanni Patricolo del Monastero di Santa Caterina a Palermo”.
Questa gomma sintetica (copolimero vinilidene fluoruro – esafluoropropene) a catena lunga ed eccezionalmente stabile, è stata proposta inizialmente come idrorepellente e consolidante superficiale per pietre, intonaci e laterizi molto porosi, ma si è rivelata molto utile anche come fissativo di pitture mat (come descritto nel Bollettino CTS 49.2, “La protezione mat delle pitture murali”).
Nel valutare il suo utilizzo come fissativo si devono considerare sia i vantaggi che i limiti, come la sua bassa Tg (-21°C): questa consente di mantenere l’elasticità anche alle più basse temperature, quando altri materiali si irrigidiscono e diventano fragili, ma la sua “morbidezza” porta anche ad un rischio di trattenere il particellato atmosferico. E’ quindi necessario evitare accumuli e formazione di film sulla superficie, che porterebbero ad un graduale ingrigimento.
Le altre proprietà che rendono il Fluoline HY estremamente utile sono la sua reversibilità e il suo bassissimo impatto cromatico: sui supporti assorbenti risulta addirittura invisibile, su quelli meno assorbenti può esserci una leggera saturazione del tono, ma mai un effetto lucido.
Gli interventi su tempere e arte contemporanea
Il primo intervento di consolidamento con Fluoline HY di una tempera fragile e sensibile all’acqua fu condotto dall’Opificio delle Pietre Dure su una tempera di Sironi [1].
Nel precedente articolo del Bollettino avevamo poi illustrato l’intervento effettuato da Fabrizio Iacopini su una tempera su tela di fine ottocento, il Sipario Storico del Teatro del Popolo di Castelfiorentino [2].
Successivamente furono fissati gli strati pittorici di alcune grandi tele di cotone e sintetico, di Uiso Alemany e Vicente Peris, realizzate nei primi anni ’80. I test condotti dall’Instituto Valenciano de Conservación y Restauración individuarono nel Fluoline HY il consolidante più adatto al fissaggio della complessa materia pittorica che spaziava dalla resina vinilica al bitume [3].
Infine dobbiamo citare un utilizzo su un’opera di Rachel Lachowiz, “One to one” veramente particolare per la scelta della materia-colore: si tratta di un ritratto a mosaico dove le tessere sono degli ombretti della Revlon di varie sfumature. Solo il Fluoline HY permise di fissare questa anomala materia senza stravolgerne il cromatismo.
L’intervento sulla Deposizione
Il consolidamento del film pittorico decoeso
Quest’opera, realizzata nel 1825, si caratterizza sia per il supporto, una mussola di cotone molto sottile incollata su un intonaco curvo che crea un effetto di profondità, e che integra sul fondo un tavolato ligneo, sia per lo strato pittorico costituito da una tempera magra, a colla animale, in cui non sono presenti né olii siccativi né uovo. Risultava quindi essere un colore estremamente sensibile all’acqua, segnato da innumerevoli gore nelle aree dove in passato si erano verificate incaute “innaffiature” da vasi di fiori posti di fronte.
Tra i prodotti testati su provini che simulavano la tipologia dell’opera si è selezionato il Fluoline HY, che è stato applicato poi sul dipinto e valutato tramite colorimetro. Riportiamo in tabella le differenze dei valori colorimetrici (riassunte per semplicità con il solo ΔE*) ottenuti su varie campiture.
Area di indagine | ΔE* |
incarnato Cristo | 0,632 |
manto blu Madonna | 0,730 |
abito giallo Maddalena | 1,931 |
bianco Sindone | 1,171 |
rosso abito Maddalena | 0,637 |
Come si vede, a parte alcune differenze a seconda delle campiture, le variazioni sono tutte al di sotto di 3, il valore limite della percezione dell’occhio umano.
Il prodotto, diluito al 50% in acetone, è stato steso per mezzo di una pennellessa a setole morbide, interponendo dei fogli di carta giapponese; alla completa evaporazione del solvente la superficie si presentava otticamente invariata. Nelle aree maggiormente soggette a degrado sono state effettuate 2-3 riapplicazioni a distanza di 24 ore. Si è ottenuto così un consolidamento omogeneo.
L’adesione della tela al supporto
Dopo l’intervento di consolidamento dello strato pittorico si è resa necessaria la riadesione di alcune zone della tela al supporto: anche in questo caso la sensibilità all’acqua ha impedito l’applicazione di adesivi come l’alcool polivinilico, mentre i classici acrilici (Paraloid) o vinilici (Beva) portavano ad una eccessiva saturazione del colore.
Partendo dai positivi risultati ottenuti con il Fluoline HY e basandosi sulla formulazione del già esistente adesivo Fluoline A, si è testato il Fluoline ST in combinazione con una minima parte di Paraloid B72 (in rapporto 1:10 di contenuto secco tra acrilico e fluorurato), ottenendo un blend tra elastomero fluorurato e resina acrilica. I risultati sono stati pienamente soddisfacenti sia sotto il profilo dell’adesione ottenuta, sia per il basso impatto cromatico finale.
Infine, lo stesso Fluoline ST è stato adoperato anche nella successiva fase di stuccatura come legante per il gesso di Bologna, risultando idoneo per la sua assente interazione con i materiali costitutivi del dipinto.
Si ringraziano Giulia Nanfa e tutto il team che l’ha affiancata durante il lavoro di tesi tra cui le restauratrici, Sabrina Sottile e Antonella Tumminello, e i professori referenti per l’area tecnico-scientifica e responsabili delle indagini diagnostiche, Delia Chillura Martino e Bartolomeo Megna.
Bibliografia:
1. E. Buzzegoli et al, Open Studio e intervento di restauro su un’opera di Sironi, in L’attenzione alle superfici pittoriche. Materiali e metodi per il consolidamento e metodi scientifici per valutarne l’efficacia, Congresso Colore e Conservazione, Il prato, 2008.
2. S. Petrillo (a cura di), Il sipario del Teatro del Popolo di Castelfiorentino, Pacini Editore, 2011.
3. M.T. Pastor Valls et al, Un tiempo, un espacio, Uiso Alemany/Vicente Peris, 1982–1984 in 14a jornada de Conservación de Arte Contemporáneo, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, 2013.
![]() Stesura a pennello del consolidante Fluoline HY con carta giapponese interposta. |
![]() Rimozione della carta giapponese dalla superficie. |
![]() Area di colore satura dopo la stesura del consolidante Fluoline HY sul film pittorico. |
![]() Area di colore a completa evaporazione del solvente. |