Dopo 5 anni dalla loro
comparsa sul mercato vogliamo fare il punto della situazione sulle vernici
finali a base di Regalrez 1094, alla luce dei più recenti studi e delle
esperienze accumulate da molti restauratori.
L’apprezzamento delle Regal
Varnish si è incrociato con una serie di problemi riscontrati con vernici
commerciali a base di resine chetoniche, dopo l’uscita dal mercato della resina
chetonica Laropal K80.
Ricordiamo che Regalrez
1094 è un polimero alifatico a basso peso molecolare (circa 900 uma), la cui
struttura è riportata in figura, e che è ottenuto dalla polimerizzazione di vinil-toluene e alfa-metil-stirene,
successivamente idrogenati.
Con l’idrogenazione si
stabilizza il polimero, riducendo i doppi legami che sono i “punti deboli” da
dove parte l’invecchiamento.
L’indice di rifrazione
della resina è elevato (1.519), e la ridotta dimensione delle catene comporta
una bassa viscosità, e quindi una ottima capacità livellante. Questi due
fattori avvicinano il comportamento ottico di questa vernice a quello delle resine
naturali come la dammar.
Conferme sulla stabilità
Già nello scorso numero del Bollettino CTS (“Polimeri
sotto esame”) avevamo sinteticamente riportato i risultati ottenuti nel corso
di una tesi dal titolo “Studio delle
resine sintetiche impiegate nell’arte contemporanea” svolta
all’Università di Pisa [1], che aveva confermato l’assenza di gruppi polari nel
Regalrez 1094, tramite misure GC/MS che avevano dimostrato la presenza
principalmente di dimeri (due unità legate tra loro), trimeri (tre unità) e
oligomeri (quattro o più, ma comunque formanti catene a basso peso molecolare).
Era anche stato osservato tramite analisi FTIR e GC/MS come il processo di
invecchiamento delle Regal Varnish procedesse tramite una iniziale ossidazione
del Tinuvin 292, seguita dalla formazione nella struttura della Regalrez di
carbonili (legami C=O), e di un doppio legame (C=C) nell’anello cicloesanico.
Questo comportamento era
stato osservato, ma solo tramite misure FTIR, nel primo studio “italiano” (dopo
i fondamentali studi di De la Rie ed altri [2-4]), sulla Regalrez 1094. Nella
sperimentazione con forte irraggiamento UV, condotta da Mara Camaiti presso il
CNR-ICVBC [5], si evidenziava infatti l’effetto protettivo del Tinuvin 292, e
questi dati, assieme alle prove di rimovibilità condotte da Paola Mariotti su
campioni invecchiati naturalmente [6], costituirono il primo passo verso la
nascita delle Regal Varnish, alla fine del 2005.
L’ossidazione della
Regalrez 1094, a seguito di forte stress per invecchiamento accelerato sotto
radiazioni UV, veniva rilevata anche dallo studio di Fabio Talarico del 2008 [7],
che tramite misure colorimetriche forniva una ulteriore conferma sulla ridotta
insorgenza dell’ingiallimento. Inoltre veniva evidenziata l’efficacia
stabilizzante del Tinuvin 292, facilmente deducibile nell’analisi FTIR dalla
ridotta formazione del segnale attorno a 1700 cm-1, relativo al
carbonile.
I nemici della Regalrez
Come tutte le sostanze la
Regalrez 1094 ha dei precisi limiti, che ne precludono l’utilizzo in certe
situazioni. Ignorare queste proprietà può portare ad una cattiva verniciatura e,
come purtroppo spesso accade, ad associare al materiale il risultato negativo.
Vediamo allora due caratteristiche da tener sempre presenti.
Regalrez 1094 è facilmente reversibile in solventi poco polari _ Se questa caratteristica
può essere considerata uno dei punti di forza del materiale, è anche vero che
se gli strati pittorici sono ancora impregnati con un solvente con questa
polarità, dopo l’applicazione il solvente stesso della vernice può “richiamare”
verso la superficie le molecole di solvente ancora presenti.
L’evaporazione del solvente
avviene in particolare attraverso i cretti, con la formazione del fenomeno di
“buccia d’arancia”. Questo effetto si osserva in particolare se:
1.
è stata effettuata una pulitura
con solventi con forte ritenzione
2.
è stata effettuata una verniciatura
di ritocco con solventi con forte ritenzione
3.
è stato effettuato un ritocco sciogliendo
i colori a vernice con solventi con forte ritenzione
Con “solventi con forte
ritenzione” intendiamo ad esempio gli aromatici ad alto peso molecolare, l’amile
acetato, l’etil lattato, il dipentene/mentadiene, e molti altri, ma soprattutto
l’essenza di trementina, che come è
noto non solo è il solvente maggiormente ritenuto in un film di olio
invecchiato, ma che addirittura - in una certa percentuale - non viene più
rilasciato.
Che l’essenza di trementina
sia del tutto incompatibile con la Regalrez è stato dimostrato da uno studio
condotto assieme a Lucia Dori e Daniele Piacenti [8]
La reversibilità in
solventi poco polari ha anche un secondo effetto: non si può utilizzare la
Regalrez come vernice da ritocco, perlomeno utilizzando i metodi “classici”.
Solo opportuni accorgimenti (come ad esempio l’utilizzo di colori Gamblin
sciolti in alcool isopropilico), ne permettono talvolta questo utilizzo.
Regalrez 1094 ha molecole
molto piccole_ Questo significa che, oltre ad avere un buon potere livellante,
presenta anche una elevata penetrazione nei materiali più porosi. Nel caso di
aree fortemente impoverite, magari da vecchie puliture aggressive (i cosiddetti
“prosciughi”), la vernice a base di Regalrez 1094 tende a “scomparire”, e non
può quindi essere utilizzata in questa fase. Molto meglio andare a saturare
queste zone con Tylose o Klucel in alcool, oppure con la Gustav Berger’s O.F.
Isolating PVA Spray Varnish. Quest’ultima vernice è nata proprio con questa
funzione, da “sostenere” ottimamente i ritocchi e deve essere poi
sovraverniciata.
Considerati i due punti
sopra esposti risulta chiaro il perché si sia proposto fin da subito la Regal
Varnish come vernice finale.
Come già riportato nei vari
incontri tecnici tenutisi in questi anni la formula delle Regal Varnish può
essere modulata partendo dai prodotti base che CTS ha comunque in catalogo. Le
percentuali in peso sono:
Regalrez 1094
23
Kraton G-1650
2
Tinuvin 292
0,5
Essenza di petrolio D30
non denaturata 74,5
Regal Varnish Mat contiene anche il 3,5% di cera microcristallina Cosmolloid 80.
Sembra oggi paradossale, ma
nel settore delle vernici commerciali i necessari test di laboratorio (come gli
invecchiamenti accelerati), che dovrebbero accompagnare ogni nuovo formulato,
sono del tutto assenti.
Nel nostro caso agli studi
pubblicati si affiancano innumerevoli prove applicative: agli amici
restauratori che si sottoposero pazientemente a testare le molte varianti che
furono alla base delle Regal Varnish, nell’ormai lontano 2004, va il nostro
grazie!
Bibliografia
1_ Orsini S.; “Studio delle resine sintetiche impiegate nell’arte contemporanea”, Tesi
di Laurea Specialistica in Chimica, (2010)
2_ de
la Rie E.R.; McGlinchey C.W.; “New synthetic resins for picture varnishes” in Cleaning, retouching and coatings, Ed. Mills & Smith, Londra (1990), 168-173.
3_ Berns R.S.; de la Rie E.R.; “Exploring the optical
properties of picture varnishes using imaging techniques”, Studies in
Conservation 48 (2003), 73-82.
4_ de la Rie E.R.; “Why use
a sinthetic picture varnish?”, in Art et
Chemie: les polymères, Parigi (2002), 63-68
5_ Borgioli
L.; Camaiti M.; “Stabilizzazione di
polimeri per la verniciatura di dipinti”, Convegno “Colore e conservazione”,
Thiene (2004)
6_ Borgioli
L.; Mariotti P.; “Applicazione di nuove vernici ad alta stabilità”, II
Congresso Nazionale IGIIC, Genova (2004), 470-476.
7_ Talarico F.; “Proprietà
delle vernici idrocarburiche e prospettive”, Kermes 72, Ottobre-Dicembre 2008,
70-73.
8_ Borgioli L., Dori
L., Piacenti D.; “Effetti della
temperatura e dei solventi su vernici sintetiche e naturali” Lo stato
dell’arte 5, Cremona, 11-13 Ottobre
2007
-