Gli interventi di disinfestazione anossica di opere
d’arte richiedono non solo una adeguata strumentazione, ma anche una profonda
conoscenza dei materiali su cui si va ad operare. E se l’intervento sul
cassettone della nonna lascia ampio margine all’errore, non ci si può
improvvisare se si tratta di mettere le mani su un oggetto di inestimabile
valore, quale il Ciborio ligneo del Vasari, proveniente dalla Chiesa di Santa
Croce a Firenze, che è esposto agli Uffizi fino al 30 Ottobre, in occasione
della mostra “Vasari, gli Uffizi e il Duca”.
La complessità dell’intervento è correlata non solo al
valore storico-artistico dell’opera, ma anche alle sue dimensioni: si tratta infatti
di una enorme struttura in legno di pioppo, dorata e dipinta, dell’altezza di 6
metri e mezzo e con un diametro massimo di 2,3 metri.
Il ciborio, costruito nella seconda metà del
cinquecento su disegno di Giorgio Vasari, faceva parte del grande altare ligneo
posizionato nella Cappella maggiore della Chiesa di S. Croce in Firenze. Questa
complessa macchina fu smontata nel 1869, per la trasformazione in chiave
medioevale della Chiesa, e il monumentale Ciborio e due grandi Angeli in legno
dorato furono conservati in una cappella.
L’intervento di disinfestazione è stato eseguito dalla
ditta Relart di Roberto Buda, e
diretto dalla Dottoressa Brunella Teodori.
A carico di
questi manufatti era stato riscontrato un consistente attacco da parte di
insetti xilofagi (anobidi) e già nel 2009 era stato eseguito un intervento di
disinfestazione in atmosfera anossica dei due Angeli dorati. Il Ciborio, anche
se presentava analoghi problemi, non era stato sottoposto all’intervento in
quanto le dimensioni dell’opera e gli angusti spazi della cappella rendevano complicato
l’intervento.
Il prestito
e il trasferimento del Ciborio alla mostra “Vasari, gli Uffizi e il Duca”, è
stato l’occasione per predisporre l’intervento che non era più rimandabile
visto l’entità dell’attacco.
Il Ciborio è stato smontato nei suoi principali
elementi e tale operazione ha permesso di accedere all’interno dei vari
scomparti e di eseguire un‘ accurata
rimozione dello spesso strato di polvere e di impregnare il legno sulla
superficie interna non decorata con solvente contenente Permetrina. L’opera così
smontata è stata trasferita all’interno della Galleria degli Uffizi e le
contenute dimensioni della sala espositiva hanno indirizzato verso la scelta di
rimontarla e di predisporre un’unica bolla con idoneo film polibarriera termosaldato.
In
considerazione del grande volume da trattare si è scelto di ridurlo il più
possibile riempiendo le zone interne del Ciborio con delle bolle riempite con
azoto puro. Tali riempimenti sono stati posizionati in modo da far comunque
circolare liberamente l’aria all’interno del Ciborio in modo da permettere
all’azoto immesso di “lavare” tutto il volume dai residui di ossigeno.
Schematicamente
l’intervento si è svolto nelle seguenti fasi:
·
Stesura sul pavimento di un quadrato di
dimensioni idonee di film polibarriera.
· Rimontaggio del Ciborio al di sopra di tale
quadrato con interposizione di strati di protezione
·
Preparazione di un cilindro con film polibarriera
di dimensioni idonee a contenere tutta l’opera. La bolla è stata infilata come
un cappuccio con l’ausilio di ponteggi posizionati sui lati. Il cilindro e il
quadrato sono stati termosaldati per ottenere un sacco ermeticamente sigillato.
·
Aspirazione dell’aria contenuta all’interno
della bolla, per ridurre il volume dell’aria da trattare.
· Collegamento dell’impianto di disinfestazione
ISOSEP [1] mediante valvole e tubi applicati alla bolla, all’interno della
quale è stata posizionata una sonda che rileva i valori di U.R. e T.
·
Immissione di azoto ad un grado di purezza
di 99,8 [2].
· Tali valori sono stati mantenuti per il
periodo necessario a raggiungere la mortalità degli infestanti, pari a tre
settimane, grazie al software che ha controllato per tutto il periodo la bolla
e che ripristinava i valori non appena leggeva variazioni, riavviando in automatico
l’impianto di disinfestazione.
Si ringrazia
l’Opera di Santa Croce e la Dottoressa Teodori della Soprintendenza Speciale
PSAE e Polo Museale della città di Firenze, per aver reso disponibili le foto
dei trattamenti, finanziati dal Comitato organizzatore della mostra "
Vasari e gli Uffizi"
Note:
1.
ISOSEP è prodotto dalla
ditta Isolcell e distribuito dalla C.T.S. Srl
2.
Per
raggiungere i valori desiderati corrispondenti ad un residuo di ossigeno pari
all’0,3%, e U.R. del 50%, ci sono volute circa 40 ore. La temperatura
all’interno della bolla seguiva i valori dell’ambiente espositivo mediamente
intorno ai 26 gradi.
-