Nonostante alcuni interventi che hanno
cercato di fare chiarezza sulle varie tipologie di idrocarburi presenti sul
mercato, rileviamo ancora una notevole confusione nei termini utilizzati nel
settore restauro, e con questo articolo cercheremo di riordinare un po’ le
idee.
Prima di tutto ricordiamo che il
petrolio è una complessa miscela di centinaia di idrocarburi (e non solo), e
che la sua composizione varia da giacimento a giacimento.
Gli idrocarburi sono ottenuti quindi dalla
distillazione frazionata del petrolio: in parole povere, il petrolio, dopo
essere estratto viene posto in un calderone e le sostanze suddivise in base al
loro punto di ebollizione. Nel corso di questo processo non si ottengono sostanze
pure, ma miscele di tanti componenti, con simili temperature di ebollizione.
Ogni produttore confeziona queste miscele e le mette in commercio, con nomi di
fantasia ed in base alle proprie esigenze di mercato, e non sempre un
produttore ha nei propri listini una miscela esattamente corrispondente a
quella di un altro produttore.
Quindi, prima di entrare nello specifico,
è necessario distinguere tra:
- - denominazioni corrispondenti ad una precisa sostanza, ed identificabili in maniera univoca da
un numero CAS (esempio: isottano, n-ottano, cicloesano, n-esano); ciascuno
di questi termini è associabile ad una molecola con una sua formula di
struttura, un suo punto di ebollizione, una sua tossicità e in generale
parametri chimico-fisici ben precisi.
- - denominazioni relative a miscele di sostanze chimiche, con alcune proprietà
chimico-fisiche come il punto di ebollizione simili, ma non identiche.
Queste miscele cadranno così all’interno di un intervallo più o meno ampio
di temperatura di ebollizione (per esempio con il termine "etere di
petrolio” si identificano le frazioni che iniziano a bollire a circa 30°C,
e terminano a circa 100°C, e che quindi comprendono quegli idrocarburi la
cui Temperatura di ebollizione (Teb) ricade in quel dato intervallo).
Purtroppo sono proprio le denominazioni
delle miscele a causare confusione: infatti troviamo termini come nafta, benzine (rettificate e non), ligroine, eteri di petrolio, essenza di
petrolio, white spirit, acquaragia minerale, usati come sinonimi per
indicare frazioni del petrolio stesso, oppure altri termini come "frazione di
hydrotreating” usati per indicare l’eliminazione degli idrocarburi aromatici
con trattamento riducente a idrogeno.
A complicare ulteriormente le cose ci
si mette anche la legislazione italiana, che obbliga chi commercia gli
idrocarburi potenzialmente utilizzabili come carburanti, a dotarsi di un oneroso
registro di carico e scarico (norma UTIF), oppure a "tagliare" i solventi
con additivi detti "denaturanti”,
che ne impediscono l’utilizzo come carburanti. Questi devono essere selezionati
da un ristretto elenco di solventi, molti dei quali ad elevata tossicità, come
i clorurati. CTS ha scelto come
denaturanti, quando possibile, degli acetati,
a tossicità più bassa rispetto ai clorurati. Sono esentati da questa normativa
gli idrocarburi per analisi, (i cosiddetti reagenti da laboratorio), che però
hanno un costo molto elevato.
Questo rende impossibile associare un
livello di tossicità ad una denominazione generica, come "etere di petrolio” o
"white spirit”, dato che questo dipenderà dal taglio (ossia dall’intervallo di
ebollizione), dalla presenza di aromatici, e dal denaturante utilizzato.
Sicuramente vorremmo evitare solventi
che riportano la denominazione Carc.Cat.II (che indica quindi la sospetta cancerogenità), a cui si associa la famigerata
frase R45 "Può provocare il cancro”,
o peggio Carc.Cat. 1A o Carc.Cat. 1B, che indicano, secondo la
nuova normativa denominata GHS (Globally Harmonized Systems, http://www.unece.org/trans/danger/publi/ghs/ghs_rev03/English/03e_part3.pdf), sostanze cancerogene o presunte
cancerogene.
Una prima valutazione potrà essere
fatta in base alla quantità di due molecole particolarmente pericolose: il
cancerogeno benzene, che bolle a
80°C (se inferiore allo 0,1% il rischio non è significativo, e viene a cadere
la necessità dell’etichettatura con R45 e Carc.Cat.II.), ed il n-esano, tossico, presente negli eteri
di petrolio più leggeri dato che ha Teb di 68°C, che comporta la frase di
rischio R62 (Possibile rischio di ridotta fertilità).
In seconda battuta dovranno essere
assenti anche gli altri aromatici (toluene, xilene,….)
Nella
tabella sottostante (un ampliamento di quella riportata nella nostra brochure
"Solventi a Bassa Tossicità”), si riportano i punti di ebollizione ed i valori
di tossicità delle più comuni frazioni del petrolio utilizzate nel restauro.
Frazione (Teb, °C) Prodotto Teb (° C) TLV/TWA (mg/m3) Contenuto di benzene Note
o n-esano Etere di petrolio* 30-50 2000 No Idrocarburi alifatici C5
Etere di petrolio* 40-60 n.d. No Idrocarburi alifatici C5-C8
R62
Benzina rettificata 55-85 n.d. Benzene <0,1% Non più distribuita da CTS
n-esano R62
Eteri di n-esano 68 72 100% n-esano R62
petrolio Etere di petrolio* 60-80 72 Benzene <0,1 % Sostituisce la benzina
o benzine n-esano rettificata 55-85. R62
(30-100) Cicloesano 81 1030 No CTS: denaturato con il
10% di dicloropropano
Benzina rettificata 80-100 n.d. Benzene <0,1% Non più distribuita da CTS
n-esano R62
Ligroina* 90-100 n.d. No Basso livello di tossicità
Ex benzina rett. 80-100
Ligroina 80-120 176 Benzene <0,1% Non più distribuita da CTS
Benzine Carlo Erba 100-140 n-esano > 5 % R62
o ligroine Ligroina CTS 100-140 890 Benzene <0,1% Basso livello di tossicità
(100-165) Essenza di 140-165 525 Benzene <0,005% Denaturato con il 10% di
petrolio isobutilacetato, che dà il
caratteristico odore
White Spirit 145-250 1200 Se non specificato D40 CTS: è dearomatizzato
White Spirit D40 può contenere fino al (<0,1%) e denaturato con il
o nafta 25% di aromatici. 10% di acetato butildiglicole,
acquaragia che dà il caratteristico odore
minerale acquaragia 140-200 188 15-20% sospetta cancerogenità per
(130-250) minerale l'alta % di aromatici
* Gli eteri di petrolio sono reagenti
da laboratorio Sigma-Aldrich e Fluka
Tra le variazioni apportate al nostro
catalogo dobbiamo registrare l’uscita delle benzine rettificate e delle
ligroine Carlo Erba. Questi prodotti, per il loro contenuto di n-esano,
permettevano di sciogliere prodotti come il Plexisol P550, cosa
non
possibile con miscele a bassa tossicità (senza n-esano), come le
ligroine. Come sostituire allora questi
solventi? Le strade sono due:
- utilizzare l’etere di petrolio 60-80 Sigma-Aldrich,
che contenendo n-esano ha un potere solvente analogo ai vecchi prodotti,
ma anche analoghi problemi di tossicità;
- partire da un idrocarburo della corretta volatilità
(etere di petrolio, ligroina, essenza di petrolio) e aggiungere una
piccola quantità (5-10%) di solvente polare, come acetone, Dowanol PM,
MEK, acetato di butile o di etile….
Altra nota importante: come si può vedere la
cosiddetta acquaragia minerale, per il
suo elevato contenuto di aromatici (fino al 20%), andrebbe eliminata dai nostri
laboratori, o perlomeno usarla con estrema cautela
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