Lo sguardo fisso nel vuoto,
delle origini misteriose, l’idea di solitudine legata all’Isola di Pasqua, il lembo
di terra abitata piùlontana da ogni altra propaggine di civiltà: tutto questo
dà ai Moai un senso di eternità.
La realtà è ben diversa: la
pietra, un tufo vulcanico molto poroso, soffre di un degrado con distacchi
superficiali, dovuto all’erosione eolica e all’aria salmastra, e a questi
fenomeni si aggiungono gli effetti di un potente attacco lichenico.
Le autorità cilene
(National Center for Conservation and Restoration of Chile - CNCR), ben consce
della situazione, avevano già condotto una serie di studi, ma gli interventi
che si erano alternati fin dagli anni ‘60 non erano stati del tutto soddisfacenti,
proprio sotto il profilo biologico.
E’ sorta quindi l’esigenza
di effettuare un trattamento consolidante e protettivo, con particolare
attenzione alla ricrescita di microrganismi.
Il Consejo de Monumentos Nacionales
cileno ha affidato lo studio preliminare alla scuola Lorenzo de’ Medici, nella
persona del Professor Lorenzo Casamenti, con la speciale deroga a poter far
uscire dall’Isola dei frammenti di Moai per le analisi.
Queste sono state condotte
nei laboratori R&C Lab di Altavilla Vicentina, ed hanno permesso sia di
identificare i microrganismi protagonisti dell’attacco, sia la migliore miscela
di principi biocidi che ne permetta l’eliminazione.
In collaborazione con
Leonardo Borgioli dell’Ufficio Tecnico CTS è stata elaborata una metodologia di
intervento per il moai denominato Hature
Huke, basata su una successione di trattamenti che partono dall’applicazione
di un biocida ad ampio spettro, individuato nel Biotin T, seguita dalla
rimozione meccanica tramite spazzolatura e bisturi dei microrganismi ormai
disattivati.
Al termine della fase di
pulitura si procederà con l’applicazione del consolidante ad effetto biocida
preventivo, l’ormai noto Bio Estel New, a base di silicato d’etile e di un
cocktail di molecole con un ampio spettro di azione.
Dopo un intervallo di 1
mese per la completa reazione del consolidante, sempre necessario per i
consolidanti a base di silicato d’etile, verrà applicato un protettivo
idrorepellente che riduce l’assorbimento d’acqua una volta che il manufatto
sarà nuovamente esposto agli agenti atmosferici.
Tale protettivo è stato
individuato tramite una serie di test di confronto con altri prodotti. Si
tratta del Fluoline HY, a base di
elastomeri fluorurati a solvente, che ha proprietà di elevata idrorepellenza e
riaggregazione superficiale. Il prodotto era stato oggetto di studi da parte
del CNR-ICVBC, che ne avevano evidenziato la stabilità alla luce e la proprietà
di essere perfettamente rimovibile in solvente, anche dopo invecchiamento (M.
Camaiti, L. Borgioli, L. Rosi; "Photostability
of innovative formulations for artworks restoration” La Chimica e l'Industria,
novembre 2011).
Vi terremo aggiornati nei prossimi numeri del
Bollettino CTS sul procedere di questi trattamenti.
Nota: Lorenzo
Casamenti non è nuovo ad interventi in località remote: tra i vari cantieri in
giro per il mondo ricordiamo solo quelli dei dipinti murali nella cattedrale
cattolica di New Delhi e nella chiesa di S.Francesco a Dehradun, nel nord
dell’India, ed anche quello relativo al complesso marmoreo e bronzeo in Piazza
Italia a Mendoza, in Argentina. -