Una
volta applicato un protettivo idrorepellente su una superficie lapidea è lecito
chiedersi: ha funzionato? Ho raggiunto un livello accettabile o devo ripetere
il trattamento? Posso infine chiedermi se un trattamento effettuato anni prima
ha già perduto di efficacia, oppure, al di là di una valutazione visiva,
impartisce ancora una protezione accettabile.
Il
metodo ufficiale attualmente in uso (Assorbimento d’acqua a bassa pressione,
NorMal 44/93, detto del tubo Karsten o “della pipetta”), presenta alcune
difficoltà operative (aderenza alle superfici, trattamento dei dati,....), tali
da richiedere l’intervento di tecnici specializzati.
Il
CNR-ICVBC ha sviluppato una metodologia, detta “della spugna di contatto” come
un metodo semplice e rapido per valutare l’efficacia di un trattamento
idrorepellente, basato sulla differenza in peso di una spugna bagnata, prima e
dopo essere stata posta a contatto con la superficie in esame.
L’acqua
trasferita dalla spugna alla superficie (vedi figura 1) dà il valore dell’assorbimento d’acqua.
Figura 1 – Alone
bagnato lasciato dalla spugna su un blocco di pietra dopo la prova.
L’assorbimento
può essere influenzato, anche se in misura minore, dalla presenza di umidità
nel materiale di prova, che a sua volta dipende dalle condizioni termo-igrometriche
dell’ambiente in cui si trova esposto. Per questo motivo se vogliamo valutare
l’efficienza di un trattamento protettivo mediante prove “prima-dopo” si
dovrebbero effettuare le misure nelle stesse condizioni ambientali.
Meglio ancora si dovrebbe
lasciare una porzione della superficie non trattata, ed effettuare le misure
contemporaneamente a quelle sull’area trattata con l’idrorepellente,
svincolandosi dalle variazioni ambientali (il confronto non viene fatto
“prima-dopo”, ma “trattato-non trattato” nelle stesse condizioni ambientali).
Per effettuare la misura è
necessaria una bilancia con precisione del decimo di grammo nel caso di
materiali poco assorbenti (es. CL 201J) o, con precisione del centesimo di
grammo (es. AV 412) o del millesimo di grammo (es. PA 413) nel caso di
assorbimenti ridotti.
L’accuratezza
dei risultati dipende dalla precisione della bilancia utilizzata.
C.T.S.
ha inserito nel suo catalogo un kit contenente: 3 piastre di contatto in
policarbonato, 3 spugne di contatto, 3
siringhe in plastica da 10cc., 3 aghi strozzati diam. 0,9 mm, 3 sacchetti di polietilene.
METODOLOGIA DI PROVA
Se si dispone di una bilancia in
cantiere la procedura è molto semplice:
1.
Si imbeve bene la spugna di contatto con acqua
demineralizzata fino a completa dilatazione, si strizza accuratamente, si
asciuga con carta assorbente fino a lasciarla appena umida, e quindi si
posiziona nella piastra in policarbonato.
2.
Tramite la siringa si aggiungono 6-7 ml di acqua
demineralizzata alla spugna.
La quantità di
acqua da aggiungere deve essere tale che, a seguito di una prova preliminare,
una volta premuta la spugna a contatto sulla zona sotto esame, l'acqua non
sgoccioli.
3. Si richiude la piastra in policarbonato con il suo
coperchio, e si pesa. Si ottiene Pi
(peso iniziale).
4. Si rimuove il coperchio e si posiziona
la piastra con la spugna a contatto della superficie lapidea, in zone il più
possibile piatte, mantenendola premuta fino a far toccare il bordo della
piastra con la superficie (massimo carico), per un tempo stabilito (da 1 a 5
minuti in funzione delle condizioni del materiale), come mostrato nella figura
2.
5. Si richiude quindi la piastra con il suo coperchio e si
ripesa. Si ottiene Pf (peso finale).
Figura 2 – Determinazione della
capacità di assorbimento di acqua della zona in esame applicando la spugna di
contatto al massimo carico per un tempo prefissato.
Se in
cantiere non si dispone di una bilancia la procedura è leggermente diversa,
dovendo trasferire in laboratorio le piastre all’interno di sacchetti sigillati
(Figura a fianco).
Al termine delle pesate si effettua il calcolo
della quantità d’acqua assorbita
(Wa), tramite la seguente formula.
Wa (g/cm2?min) = (Pi - Pf)/23.76 x t
·
t è il tempo di
contatto, espresso in minuti,
·
Pi il peso iniziale,
Pf il peso finale, in grammi,
·
23.76 cm2
la superficie di contatto della spugna.
Come per ogni misura è possibile
raccogliere 1 solo dato, ma si consiglia di effettuare più misure (almeno 3), e
di calcolare poi un valore medio. Questo valore medio verrà poi riportato nel
rapporto di prova, oltre alla
quantità d’acqua aggiunta sulla spugnetta (ml), il tempo di contatto (min), ed
i valori di temperatura (°C) ed umidità
relativa (RH) ambientali (ove possibile).
Bibliografia
P. Tiano, C. Pardini,
2004, Valutazione in situ dei trattamenti protettivi per il materiale
lapideo, proposta di una nuova semplice metodologia, ARKOS 5, 30–36. Da cui
sono tratte le immagini riportate in questo articolo.
A. Calia, M. Lettieri, G. Quarta, M. Laurenzi Tabasso, A.M. Mecchi,
2004, Documentation and assessment of the most important conservation
treatments carried out on Lecce stone monuments in the last two decades, in
“Proceedings of the 10th International Congress Deterioration and conservation
of stone”, edited by D. Kwiatkowski, R. Löfvendahl, Stockholm, ICOMOS, 431–438.
M.
Pamplona, M.J. Melo, L. Aires-Barros, 2008, Assessment of the long term
behaviour of stone consolidants – a proposed methodology, in “Proceeding of
the International Symposium Stone consolidation in cultural heritage. Research
and practice”, edited by J. Delgado Rodrigues and J. Mimoso, Lisbon, LNEC,
349-357.
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