L’amico Paolo
Cremonesi ha in un suo recente articolo riportato sotto i riflettori la
ligroina, o meglio, la complessa famiglia delle ligroine, mettendo chiarezza in
un campo piuttosto complesso come quello delle schede di sicurezza e delle
normative sulle etichettature.
Sono pienamente
d’accordo con lui quando afferma che nelle schede di sicurezza sono presenti
imprecisioni che non ci aspettiamo da grandi imprese multinazionali, e
contraddizioni spesso incomprensibili.
Purtroppo in
dieci anni di attività come responsabile dell’Ufficio Tecnico CTS mi sono reso
conto che sotto molti aspetti siamo più pignoli e rigorosi noi che non i
“grandi” della chimica internazionale.
Un esempio che ci
riguarda da vicino, dato che CTS ha da anni trattato le ligroine pure per
analisi Carlo Erba. Una scelta dettata dalla bassissima quantità di benzene
contenuta (inferiore allo 0,1%), e di conseguenza dall’assenza di rischi di
cancerogenità.
Questo è
facilmente confermabile andando a verificare la prima versione della scheda di
sicurezza (CH1397 del 18.3.2003), che non riporta la frase di rischio R45 “Può provocare il cancro”.
Purtroppo, con
una successione di eventi ben descritti da Cremonesi, dalla fine del 2006
l’Europa introduce nuove regole e l’Italia si adegua, con il recepimento di una
nuova classificazione dei prodotti chimici, che come alcuni di voi sanno ha
portato ad un aggiornamento delle schede tecniche che devono rispondere alla
normativa REACH (Registration, Evaluation and Authorisation
of CHemicals).
In questa nuova
classificazione le ligroine sono considerate Cancerogene di Categoria 2, sigla Carc.Cat.II (che indica quindi la
sospetta cancerogenità), a cui si associa la famigerata frase R45. Questo perché il termine generico ligroina
include anche frazioni del petrolio con alti contenuti di aromatici ed,
implicitamente, di benzene!
Se però il
contenuto di benzene è inferiore allo 0,1% il rischio non è significativo, e
viene a cadere la necessità dell’etichettatura con R45 e Carc.Cat.II.
Come tutti gli
aggiornamenti anche quello al REACH procede progressivamente, magari favorendo
i prodotti di maggior importanza (per fatturato), e lasciando indietro quelli
di minor interesse. Questa è la procedura seguita dalle grandi case
produttrici, che viene seguita poi a cascata da tutti i distributori. Forse per
questo le schede delle ligroine, con i diversi intervalli di ebollizione, non
sono state messe ben a punto.
Infatti fino a
qualche mese fa selezionando la parola “ligroina” appariva sul sito Carlo Erba http://www.carloerbareagenti.com una sola
scheda:
- CH0145_I
Vers. N° 12 Revisione 08.07.2009, relativa alla Ligroina 80-100°C;
Questo era
chiaramente una imprecisione, perché tale scheda era associata a 3 ligroine con
intervalli di ebollizione differenti. Così come fatto notare da Cremonesi
nell’articolo, c’era l’incongruenza tra la presenza della sigla Carc.Cat.2, e
l’assenza della frase di rischio da riportare in etichetta R45.
Le schede Carlo
Erba sono state aggiornate recentemente, e dal sito (ultimo accesso
11/12/2009), possiamo scaricare le versioni denominate:
- CH0795_I Vers. N° 35 Revisione 04.12.2009,
relativa alla Ligroina 100-140°C;
- CH2306_I Vers. N° 15 Revisione 04.12.2009,
relativa alla Ligroina 75-120°C;
- CH2308_I Vers. N° 11 Revisione 04.12.2009, relativa alla Ligroina
100-120°C.
Tutte hanno CAS
64742-32-4
Queste schede non solo non riportano la frase R45,
ma per la 100-140°C è scomparsa anche la dicitura Carc Cat II. Tutto a posto
allora? No, perché compare una nuova dicitura “H350 - Può provocare il cancro e H304 - Può essere letale in caso di ingestione e di penetrazione
nelle vie respiratorie.”, ovvero due frasi che ci riportano alle
preoccupazioni di partenza.
Per la Ligroina 75-120 e per la 100-120 rimane al punto 3
la dicitura Carc Cat.II che, abbiamo detto, scompare al punto 3 della Ligroina
100-140°C.
Ma cosa ben più grave per queste due ligroine si riportano, sempre al punto 3, anche altri
due codici, 3.6/1B, 3.10/1. Cosa
significano? E’ necessario fare riferimento alla normativa denominata
GHS (Globally Harmonized Systems, http://www.unece.org/trans/danger/publi/ghs/ghs_rev03/English/03e_part3.pdf).
In base a questa normativa si
deduce che il prodotto è un presunto
cancerogeno, quindi più pericoloso di un sospetto cancerogeno (la scala è 1A, cancerogeno, 1B, presunto, 2,
sospetto)
Nota: nella versione 15, Revisione: 21.10.2009,
non compariva H350, che è stato aggiunto solo dopo
sarebbe “Informazioni sulla regolamentazione”. Ma ecco la
sorpresa! Al punto 16, fino ad oggi zona destinata a indicazioni bibliografiche
e altre amenità, Carlo Erba inserisce una serie di frasi di rischio come un R48/20
Nocivo: pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata
per inalazione.
Ed un ben più preoccupante R62 Possibile rischio di
ridotta fertilità.
Quasi a dire: la
regolamentazione ti dice questo, ma io aggiungo anche quest’altro, ben
peggiore, ed essendo ancora più prudente
ti dico anche ” La società CARLO ERBA Reagenti S.p.A., non potrà essere
ritenuta responsabile per qualsiasi danno derivante dall'impiego o dal contatto
con il prodotto di cui sopra” Nel caso ti possa saltare in mente di farmi
causa......
Passiamo ora dalla ligroina Carlo Erba, che rientra tra i
reagenti da laboratorio (puro per
analisi), dall’elevato costo, al prodotto puro,
che trattiamo con il nome Ligroina
100-140°C, e che proponiamo ad un costo molto contenuto (8 €/lt, circa la
metà di quello Carlo Erba).
Anche questo non riporta la frase R45, ma è indicato come
Carc.Cat. II, nonostante che il contenuto di benzene sia anche in questo caso
inferiore allo 0,1%.
Arrivati al termine è importante evidenziare
come sia per la normativa già in vigore (REACH), sia per quella che forse lo
sarà (GHS), la classe degli idrocarburi leggeri, a cui appartengono anche le
ligroine, è considerata Carc.Cat.II, con alcune precisazioni non sempre
applicate.
Ancora una volta il caos normativo lascia ampi
margini alle aziende che approfittano di questa “zona grigia” per fornire
prodotti non accompagnati da una chiara etichettatura o da corrette schede di
sicurezza (quando vengono fornite!), a volte addirittura sopprimendo con
disinvoltura le indicazioni più “fastidiose”, come i famosi R45 o Carc.Cat.II.
CTS segue una linea di trasmissione integrale
delle schede ricevute dai produttori, anche quando queste riportano diciture
“scomode”, e possono quindi suscitare legittimi timori relativi alla nostra
salute.
Quello che possiamo affermare è che la cosa
per noi più rilevante, ai fini della determinazione dell’effettivo rischio di
cancerogenità della ligroina, è la ridotta percentuale di benzene e
aromatici, che deve essere inferiore allo 0,1%, e che confermiamo per le
ligroine da noi commercializzate.
Per saperne di più:
Cremonesi Paolo, “Parola d’ordine: ligroina! .... Vale
ancora?” Progetto Restauro n°51 (2009)
Cremonesi Paolo, “Parola d’ordine: ligroina!” Progetto Restauro
n°24 (2002)